Quest'anno è stato un anno di commemorazioni e anniversari : ho avuto l'impressione che ci fosse un filo conduttore, a tale proposito, che mi ha condotto in giro per il mondo e alla scoperta di persone che sono state tesimoni della guerra e delle sue terribili conseguenze.
Uno degli episodi che hanno segnato questa sorta di percorso è stata la mostra che si tiene a Palazzo Ducale, a Genova, e durerà fino ad ottobre e che presenta le opere del fotografo ungherese Robert Capa.
Capa nacque a Budapest nel 1913, il suo vero nome era Endre Friedman, iniziò ad interessarsi al giornalismo a seguito dell'incontro con lo scrittore KassaK e all'inizio degli anni trenta si trasferì a Berlino dove fu assunto da un agenzia fotografica il che gli permise di approfondire le sue conoscenze in quel campo; con l'avvento di Hitler al potere lasciò la Germania e si trasferì a Parigi dove conobbe quella che sarà la sua compagna per un lungo periodo: Gerda Taro.
Assieme alla Taro nel 1936 si recò nella Spagna sconvolta dalla guerra civile e le sue foto furono pubblicate dalle riviste più importanti dell'epoca come "Weekly illustrated" e "Life".
Gerda Taro morì in un incidente e Capa lasciò la Spagna per un certo periodo viaggiando freneticamente tra il vecchio continente, gli Stati Uniti, la Cina, Messico... Nel 1942 gli fu proposto di preparare un reportage di guerra ed è così che dal marzo del '43 diventa reporter accreditato dell'esercito americano e partecipa allo sbarco in Sicilia e poi a Salerno ad Anzio e in Normandia.
In particolar modo le fotografie esposte nella mostra genovese riguardano proprio il 1943 e lo sbarco degli alleati in Sicilia fino alla liberazione di Napoli.
Una delle più celebri frasi del fotografo è che "se le tue tue fotografie non sono all'altezza, non eri abbastanza vicino" e l'idea di cogliere l'attimo, che sia un momento della vita quotidiana o di un gesto eroico, è alla base del suo lavoro di testimone della realtà che è presente al fianco dei protagonisti di una tragedia collettiva , quale può essere una guerra, ma non può personalmente aiutare gli afflitti.
Devo ammettere che non avrei mai creduto che una fotografia potesse avere un impatto così potente: farmi percepire il silenzio di Chiesa usata come un ricovero mentre la luce avvolge i soldati in un attimo di tregua come una sorte di benedizione in uno spazio sospeso nel tempo.
..o cogliere l'urlo muto della disperazione infinita e senza consolazione delle madri napoletane difronte alle bare dei propri figli.
Questi volti distorti dal dolore, che mi hanno commosso fino alle lacrime, mi hanno fatto tornare in mente le figure della pittura nigra di Goya ed è strano pensare che, nel confronto con le immagini fotografiche della Grande Guerra, l'opera di Capa incarni, agli occhi della critica, un nuovo modo di fare fotografia in quanto lontane dalle immagini giudicate come statiche perchè "impregnate di pittorialismo"...
Effettivamente non c'è nessuna staticità in ciò che ho visto ma un continuo fluire di emozioni, sentimenti che avvolgono il visitatore e lo proiettano all'indietro nel tempo e nello spazio lasciandolo con la curiosità di conoscere le storie di quella umanità così provata, desolata, ammutolita e a volte tristemente rassegnata, con le spalle curve sotto il peso gigantesco della vita e della morte...
Robert Capa in Italia 1943-1944
Genova Palazzo Ducale
7 giugno - 5 ottobre 2014
..o cogliere l'urlo muto della disperazione infinita e senza consolazione delle madri napoletane difronte alle bare dei propri figli.
Questi volti distorti dal dolore, che mi hanno commosso fino alle lacrime, mi hanno fatto tornare in mente le figure della pittura nigra di Goya ed è strano pensare che, nel confronto con le immagini fotografiche della Grande Guerra, l'opera di Capa incarni, agli occhi della critica, un nuovo modo di fare fotografia in quanto lontane dalle immagini giudicate come statiche perchè "impregnate di pittorialismo"...
Effettivamente non c'è nessuna staticità in ciò che ho visto ma un continuo fluire di emozioni, sentimenti che avvolgono il visitatore e lo proiettano all'indietro nel tempo e nello spazio lasciandolo con la curiosità di conoscere le storie di quella umanità così provata, desolata, ammutolita e a volte tristemente rassegnata, con le spalle curve sotto il peso gigantesco della vita e della morte...
Robert Capa in Italia 1943-1944
Genova Palazzo Ducale
7 giugno - 5 ottobre 2014
3 commenti:
Tristi ma belle queste foto.
Miriam
Ciao Mery, ti rispondo qua anche se non c'entra nulla, ma blogger non manda le notifiche... o almeno a me non arrivano!
I prodotti de L'occitane mi facevano impazzire più di dieci anni fa, quando riuscivo a comprarli solo in Francia! Poi hanno aperto il monomarca all'outlet di Serravalle e ora anche a Genova, ma sono secoli che non compro più nulla. Moltissime cose mi piacciono, però costano, c'è poco da fare...
Un paio di mesi fa ero andata decisa per prendere il bagnoschiuma alla verbena, che avevo amato tantissimo e che sarebbe stato perfetto per l'estate... ma 15.50... l'ho lasciato lì :-(
Un bacione,
Lò
Grazie per questo bellissimo post!
Naty
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