Forse non mi era mai capitato di scriverlo prima ma
adoro i libri di Andrea Camilleri e in particolar modo quelli
incentrati sulla figura del Commissario Montalbano. Quando chiedo a
qualcuno se ha letto i suoi libri alcune volte mi rispondono
che ne hanno solo visto la trasposizione telvisiva perchè l'autore scrive
in dialetto siciliano e non sempre è facile comprenderlo...che
strano a me quello che mi piace di più è proprio l'uso della
lingua; forse perchè ho vissuto diversi anni in Sicilia, anche se
non sono affatto una esperta del vernacolo di quella terra, e il
suono quasi onomatopeico di certe espressioni mi proietta all'interno
di atmosfere e di paesaggi conosciuti.
Il romanzo comincia, come sempre, con il risveglio
di Montalbano nella sua casa di Marinella solo che non è un giorno
qualunque ma quello del suo compleanno, quello del suo
cinquantottesimo compleanno come gli ricorda, un poco
indelicatamente, la sua eterna zita Livia in una telefonata
mattutina.
La giornata continua con una azzuffatina ad un
distributore di benzina con un giovane arrogante e ltigioso e
prosegue con un apparente banale furto in un supermercato che finisce
a schifio con un suicidio che sarà moralmente attribuito a lui ed al
suo vice Augello da quella faccia a culo di gaddrina di Pippo Ragonese giornalista di Televigata.
Nei giorni successivi saranno scoperti due delitti
cruenti, anche questi apparentemente non collegati tra loro, in
una serie di colpi di scena e di intrecci tra politica legata alla
mafia, arroganza e corruzione trattata alla camilleri maniera: cioè
attraverso le considerazioni del protagonista che nel suo piccolo
affronta, con la sua filosofia di vita ironica e disincantata ma
profondamente onesta, un mondo che sembra cambiare velocemente ma in
fondo resta sempre lo stesso in una infinita guerra tra guardie e
ladri.
A differenza degli ultimi libri che avevo letto, che
erano più amari e tristi, questo è molto divertente circondano il protagonista tantissimi personaggi: l'inossidabile Fazio, la cameriera, nonchè superlativa cuoca, Adelina, Enzo proprietario della trattoria, il terribile e nevrastenico signori i guistori Bonetti- Alderighi nonché il fedelissimo Catarella che si produce in una serie di scene che mi hanno fatto ridere forte in autobus! Il passare degli anni è vissuto ironicamente e alcune
situazioni inducono il lettore più distratto a credere che il
Commissario abbia perso il suo tocco magico: errore, gravissimo
errore perchè sotto gli occhi stupefatti e increduli del suddetto
lettore il nostro si produrrà in una spettacolare serie di
ragionamenti e deduzioni che permetteranno di inchiodare i cattivi
...tutti, con una conclusione migliore di qualsiasi previsione!
Una voce di notte
Andrea Camilleri
Ed. Sellerio
2 commenti:
Ciao Mery, come stai??Spero molto bene, il tuo posto ora lo faccio leggere a mio marito che si è divorato tutti i libri di Camilleri, pur non capendo niente, da puro toscano, del dialetto siciliano, ma lo fanno impazzire lo stesso, un bacio!Carolina
Ciao Mery, anche mio marito non li legge per l'uso del dialetto!
Invece a me piacciono :-)
Un bacio, Lò
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