Non c'è niente da fare: sarà scorretto, manesco anche cattivo ma a me Rocco Schiavone piace!
Era un anno che aspettavo l'uscita del nuovo libro di Antonio Manzini con protagonista il vicequestore trasteverino che, catapultato ad Aosta dall'amata Roma, si ritrova ad affrontare quelli che lui definisce "delle rotture di coglioni di decimo grado": degli omicidi.
Ritroviamo perciò il nostro antieroe in una Aosta piovosa e fredda di fine marzo in cui l'inverno proprio non si decide a lasciare spazio a temperature più miti in preda alla nostalgia della primavera romana, una mattina viene chiamato per un apparente caso di furto in un appartamento che ben presto si trasforma in un suicidio e poi in un omicidio...
Schiavone odia dover scavare nella melma che c'è dentro la mente di un assassino e che lo costringe ad affrontare anche i suoi fantasmi di morte, di disperazione, di solitudine. Questa introspezione continua di Rocco non allenta il ritmo del romanzo perchè, se i pensieri si susseguono senza sosta nella sua mente, le sue azioni non lo sono da meno e così inizia la caccia: spietata e frenetica al colpevole.
Molta polvere viene gettata negli occhi di chi legge infatti oltre all'omicidio altre vicende si intrecciano lungo la strada: un furto, una violenza sessuale che riporta Rocco Schiavone a Roma per un mezzo pomeriggio e permette al lettore di scoprire qualcosa di più sul passato oscuro del protagonista.
Quello che mi piace tanto di Manzini è il suo modo di scrivere così coinvolgente, che cattura l'attenzione e che mi fa ridere (a volte amaramente) anche nei momenti drammatici...
Mi consolerò, nell'attesa del prossimo romanzo, leggendo i racconti di Natale editi dalla Sellerio che ancora giacciono sul mio comodino e che mi stanno chiamando...
La Costola di Adamo
Atonio Manzini
Ed. Sellerio
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