domenica 26 gennaio 2014

27 gennaio: Giorno della Memoria

Qualche tempo fa, durante una conversazione con un conoscente che verteva sui reciproci orientamenti politici, mi è stata rivolta l'osservazione che durante il periodo fascista in fondo non si stava così male e che, a parte il fatto di averci trascinati in una guerra inutile, il fu Mussolini aveva realizzato molte cose buone... quando mi trovo di fronte a certe rivisitazioni storiche mi domando se sia l'ignoranza a far dimenticare la verità o il desiderio di dimenticare a portare all'ignoranza: forse entrambi i sentimenti!
Dal 1938 e durante il periodo della seconda guerra mondiale in Italia sono state approvate le leggi razziali che hanno sancito nel nostro Paese il diritto a discriminare parte della popolazione italiana (quella ebraica) sulla base della superiorità della razza ariana: il 15 luglio del 1938 sul Giornale d'Italia fu pubblicato il Manifesto degli Scienziati razzisti detto anche Manifesto della razza in cui si affermava che "la questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo arianonordico".
Nei mesi successivi furono promulgati una serie di Regi Decreti firmati da Mussolini, in qualità di Capo del Governo, e promulgati da Vittorio Emanuele III in cui  si affrontava la questione ebraica: divieto di matrimonio fra ebrei e italiani, divieto per gli ebrei di lavorare in enti pubblici, divieto per gli ebrei di svolgere carriere come quella dei giornalisti, allontanamento degli studenti ebrei dalle scuole pubbliche: in Italia la deportazione degli ebrei verso i campi di sterminio iniziò dopo l'armistizio del 1943.
Durante la seconda guerra mondiale in Europa è stato portato avanti, in maniera metodica e ben organizzata, lo sterminio di un popolo e il suo annientamento: deciso a tavolino dai così detti difensori della Patria e della razza, la soluzione finale.
Lo sterminio non è riuscito e molti sono tornati indietro per raccontare ai tanti increduli, a coloro che non avevano voluto vedere cosa era successo in quei campi: ancora adesso, dopo tanti anni, ci sono  persone che raccontano e non si stancheranno di farlo fino a quando avranno vita perchè quella tragedia, purtroppo, si è ripetuta ancora e ancora in altri paesi: come la Cambogia, il Kossovo, i gulag sovietici, il Ruanda, l'Argentina, il Cile.
Perchè il desiderio di sopraffazione, l'odio, i deliri di onnipotenza sono sempre lì e c'è sempre qualcuno che diventa servo di quei sentimenti terribili per ottenere il potere, per dominare il mondo...
Leggendo un libro di Hannah Arendt che racconta il processo a Eichmann nel 1961 per crimini contro l'umanità sotto il regime nazista sono rimasta colpita dalla considerazione dell'autrice circa l'atteggiamento dell'ex nazista sotto processo: egli non è il pazzo con la bava alla bocca che predica da un balcone o da una piazza, è un uomo "normale", un ufficiale che ha eseguito degli ordini, non aveva neanche una particolare antipatia personale nei confronti delle migliaia di persone che fece deportare dall'Ungheria nei campi di sterminio; Eichmann era, secondo la descrizione della giornalista scrittrice, "l'incarnazione dell'assoluta banalità del male".
No, non credo proprio che si possa dimenticare nè pensare che si tratti dei problemi o della tragedia di qualcun'altro, gli esseri umani tutti sono potenzialmente vittime e/o  carnefici e mai si può abbassare la guardia perchè ognuno di noi può essere chiamato a rispondere della propria indifferenza...in un modo o nell'altro.

1 commento:

Miriam ha detto...

Le lacrime dei sopravvissuti mentre raccontano le loro esperienze, dovrebbero farci riflettere sul serio!
Miriam