domenica 20 gennaio 2013

Degas a Torino

Come regalo di Natale, portatomi direttamente dalla crisi, ho ricevuto la sorpresa di dover lavorare a Torino durante la settimana... non il massimo per un'abitudinaria come me, comunque sempre meglio che rimanere senza lavoro !
Così, trolley in spalla, sono partita per l'ignoto! :) Lavorando tutto il giorno e uscendo alle sei e mezzo la sera non sono ancora riuscita a rendermi conto della bellezza di questa città (anche se mi riprometto di farlo a Primavera quando le giornate si allungheranno) ma una cosa l'ho fatta la prima settiamana, chi mi conosce può facilmente immaginarlo: sono andata a vedere la mostra di Degas. Complice anche il fatto che il giovedì la mostra chiude alle 22.30 e che, nonostante non sia vicinissima al luogo di lavoro, ho avuto la possibilità di visitare con calma!
 Il Palazzo promotrice delle Belle Arti, che io non ho potuto vedere alla luce del sole come nella foto, è vicino al Palazzo del Valentino e ospita fino al 27 di gennaio alcuni capovolavori dell'artista francese provenienti dal Museo D'Orsay.
Nelle prime stanze sono esposti alcuni suoi celebri ritratti che mostrano la sua grande capacità di analisi psicologica dei personaggi: come quella del quadro di suo nonno, che trovò rifugio dagli eccessi della rivoluzione francese a Napoli, e che ci mostra un uomo stanco ma forte e determinato a cui il nipote tributerà un omaggio in un altra sua opera...
 ... quella che ritrae la Famiglia Bellelli.

E' la famiglia di sua zia che è in lutto per la morte del padre (nonno Hilaire del quadro precedente) il cui quadro è l'unica nota che spezza la monotonia della tappezzeria azzurra.
L'infelicità coniugale si comprende dalla distanza dei sue adulti, dal viso angosciato di lei, dalla contrapposizione degli spazi in cui sono rappresentati i membri della famiglia. Bellissimi sono i disegni preparatori che riprendono la testa della figlia più piccola e della madre.
La capacità di analisi, l'abilità nel cogliere gli umori e la  vitalità della società contemporanea dell'artista sono evidenti nei quadri delle stanze successive...
 Come nella rappresentazioe de "L'Orchestra dell'Opera" in cui mostra la "buca" dell'orchestra riprendendo il palcoscenico da un'angolazione del tutto nuova (da sotto in su) ed infatti sono visibili solo le gambe e i tutu' delle ballerine: l'attenzione è concetrata sui maestri che stsnno suonando.
Alcuni di questi personaggi sono amici cari all'artista che sono stati ripresi anche in altri quadri, ad esempio il violoncellista Pillet (in basso a sinistra).
Anche le prostitute della Parigi di notte sono protagoniste dei suoi quadri.
 Al mondo del teatro sono dedicate le numerose tele che rittraggono le ballerine: il loro mondo, apparentemente lieto e leggiadro, in relatà cela una forte sofferenze ed uno sforzo notevole...
Ma quello che mi è piaciuto davvero moltissimo, più delle sue tele meravigliose, sono state le sculture in bronzo: una parte della critica sostiene che nascessero dalla necessità di Degas di percepire più profondamente il movimento, la profondità dello spazio che viene occupato dai corpi e che egli riporta nella bidimensionalità di quadro.
La prima scultura esposta, la più grande come dimensioni è "La ballerina di quattordici anni"...

E' straordinaria e sono rimasta parecchio a guardarla: era in una teca e si poteva osservarla da tutti i lati. Le calze stavano scendendo e si riusciva a precepire la tensione dell'arco della schiena.
 
La mostra durerà fino al 27 di gennaio.


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