domenica 27 marzo 2016

Pasqua

Auguri a tutti!

venerdì 18 marzo 2016

67 Clarges Street - l'Avventuriera

Quinto e penultimo libro di questa serie proposta dall'Astoria: inutile dire che l'ho letto in un pomeriggio!
Si apre una nuova Stagione a Londra e nuovi affittuari sono alla ricerca di una casa signorile, in una strada alla moda, con una efficiente servitù che permetta a chi lo desidera di fare la propria comparsa sul palcoscenico dell'alta società londinese e quale potrebbe essere il miglior punto di partenza se non una abitazione "iellata" dove il padrone di casa si è suicidato e in una famiglia affittuaria si è consumato un omicidio? 
Ecco quindi che questa volta alla porta del 67 di Clarges Street si presentano ben due possibili affittuari: un affascinante e sprezzante Conte, il Conte  di Fleetwood, che detesta la servitù e successivamente una strana coppia formata da una dama quanto mai giovane e bella ma dal frasario, a volte, poco raffinato ed un anziano gentiluomo silenzioso, si tratta di Mr. e Miss Goodenough sua nipote: saranno questi ultimi a decidere di affittare la casa e la servitù.
Servitù che gli appassionati lettori di questa serie conoscono bene e che, capitanata dal maggiordomo Mr. Rainbird, sta continuando a mettere da parte i sudati risparmi per poter acquistare un pub che permetta a tutti i dipendenti di liberarsi dall'odiato Mr Palmer, amministratore disonesto che li riduce alla fame pagando loro dei salari miserabili. Anche nelle camere più umili della casa, però, gli animi stanno cambiando e così ritroviamo la giovane sguattera Lizzie che, presa da un desiderio di libertà ed emanipazione, cerca il suo riscatto accettando la corte di un capo valletto della casa accanto, che pure non ama, ma che solletica la sua vanità femminile e la induce a venir meno al patto di lealtà con gli altri domestici!
Sarà la stessa vanità che guiderà la protagonista Emily Goodnenough a fingersi diversa da quello che è ed a cercare di conquistare il cuore di un uomo titolato che nasconde, anche lui, i suoi bravi segreti: tra una rout, un palco all'opera e molte risate il lettore scoprirà la vera identità di Miss Goodnenough e se i suoi "piani" riusciranno a realizzarsi.
Scritto con il solito stile scorrevole ed ironico M.C. Beacon ci riporta di nuovo nel mondo scintillante e un poco ridicolo dell'Inghilterra di inizio ottocento: tra tutti i libri letti fino ad ora di questa serie questo è stato, a mio parere, il più prevedibile ma ha gettato le basi per l'ultimo che dovrebbe sciogliere alcuni intriganti interrogativi...

mercoledì 16 marzo 2016

Suffragette

 
E' uscito nelle sale da pochi giorni un film basato sulla storia vera del movimento femminista inglese, fondato da Emmeline Punkhurst nel 1903, l'Unione sociale e politica delle donne (Women's Social and Political Union - WSPU) che aveva come scopo principale quello di ottenere il voto per le donne.
A dire il vero in Inghilterra i movimenti femminili per il riconoscimento del diritto al voto erano nati già verso la fine del 1700 quando Mary Wollstonecraft pubblicò A Vindication of the Right of Women ma fu nel 1835 che si riconobbe il diritto al voto femminile anche se nelle sole elezioni comunali, il suffragio universale, infatti, a livello nazionale era molto lontano.
Il film racconta le battaglie che portarono alla conquista del voto nel 1928: una lotta tutt'altro che semplice e soprattutto cruenta, che vide le attiviste subire violenti pestaggi, la prigione, l'intimidazione come se fossero delle sovversive...e forse lo erano! 
La storia narrata in primo piano è quella non vera, ma verosimile, di Maude Watts operaia di una lavanderia, sposata e con un figlio piccolo che lavora dall'età di sette anni e che oltre ad una vita dura e sacrificata deve subire le oltraggiose attenzioni del suo capo reparto. Viene coinvolta suo malgrado, all'inizio, nel movimento femminista: depone come testimone di fronte ad una commissione parlamentare che si impegna a presentare un progetto di legge all'allora Primo Ministro Loyd George. 
E' bellissima la scena in cui le viene chiesto cosa si aspetta che possa cambiare per le donne a seguito di una legge sul suffragio universale e lei risponde che non si è mai posta la domanda ma "...il solo fatto che possiamo " dare un senso diverso alla vita vissuta...
La legge non passa e la lotta diviene molto dura come dure sono le repressioni e la pressione della politica che non vuole affrontare la questione e censura anche i giornali affinchè il "problema" non salga alla ribalta dell'opinione pubblica.
Anche la vita di Maude diventa molto difficile poichè suo marito la butta fuori di casa e le proibisce di vedere il figlio, a questo si aggiunge il fatto che lascia il suo lavoro non potendo più tollerare le molestie: la sua caduta finisce per trasformarsi nel suo punto di forza perchè ormai non ha più niente da perdere e finalmente, per la prima volta nella sua vita, può smettere di avere paura e combattere fino in fondo per il diritto di vivere liberamente.
Nel film viene ben delineata la realtà dell'Inghilterra di allora, la durezza delle condizioni di vita delle donne e anche il disprezzo in cui vivevano condannate dai loro stessi mariti e compagni : nella società dell'epoca le mogli e i figli erano di proprietà del marito che poteva disporne come voleva, così come non apparteneva ad una donna il proprio salario e anche la dote che una volta sposata diveniva patrimonio del marito.
La battaglia delle attiviste smise di essere pacifista e l'uso della violenza fu giustificato da parte della stessa Punkhurst dal fatto che non aveva senso rispettare una legge che non rispettava le donne, che non le prendeva in nessuna considerazione non solamente come soggetto attivo politicamente ma come essere umano in generale.
Ho trovato questo film molto bello e toccante perchè racconta la tragica verità della vita di tantissime donne con un ritmo incalzante e senza nessuna concessione alla retorica, non c'è nessuna vittoria trionfalistica perchè il traguardo finale è ottenuto a prezzo di grandissimi sacrifici. Nel guardarlo ho riflettuto sull'importanza dell'eredità lasciataci dalle nostre antenate, a quanti diritti abbiamo, anche solo quello di esprimere un'opinione in un blog, e a quante donne purtroppo ancora oggi, in alcune parti del mondo, vivano recluse. Molte di quelle battaglie continuano però nel nostro quotidiano: certo possiamo rivendicare una indipendenza economica, possiamo votare, abbiamo il diritto di disporre del nostro corpo, ma non si tratta di diritti acquisiti definitivamente poichè ad ogni passo, ad ogni crisi economica, ad ogni cambiamento sociale dobbiamo continuare a lottare ancora e ancora affinchè la realtà non sopravanzi le norme legislative facendole diventare lettera morta: un esempio nel nostro Paese è che la possibilità di essere obiettore di coscienza di alcuni medici mette a rischio l'assistenza medica in caso di aborto e quindi la possibilità in pratica di ricorrere all'interruzione di gravidanza che pure è prevista dalla legge. La mancanza di strutture sociali rendono difficile alle donne di avere dei figli e continuare a lavorare, in sostanza continua ancora ad essere forte la contrapposizone tra il mondo maschile e quello femminile che non riescono a conciliarsi e si confrontano in un rapporto basato sulla forza e non sulla ragionevolezza.

sabato 12 marzo 2016

8 Marzo - Anna Del Bo Boffino

 L'otto marzo del 1925 nasceva a Milano Anna Del Bo Boffino, figlia di una famiglia modesta, si dedicherà agli studi classici laureandosi in filosofia con Antonio Banfi.
Dopo il periodo della guerra in cui aiuterà i partigiani come "postino" recapitando messaggi e volantini nel 1949 sposerà Giuseppe del Bo, dirigente editoriale della Feltrinelli e insieme a lui si recherà, nei primi anni cinquanta, a Parigi, centro di una attivissima vita intellettuale in cui si muovono figure come Sartre, Simone De Beavoir, Cocteau. In quel periodo inizierà a lavorare come corrispondente dell'Unità per la pagina della donna.
Tornata in patria svolgerà vari ruoli: presso l'ufficio stampa della Feltrinelli, come redattrice del mensile "Abitare" ma sarà la collaborazione con Elio Vittorini a spingerla ad affrontare dei temi quali le emozioni, i sentimenti, il mondo del quotidiano che la spingeranno ad interessersi in maniera rigorosa e quasi scientifica ad un ambito che la coinvolgerà pienamente per il resto della sua vita.
Nel 1968, nella redazione di un mensile dedicato ai genitori, Anna si dedicherà al compito di scrivere di sessualità in relazione alle giovani coppie ed ai rapporti tra genitori e figli impegno che porterà avanti nella sua collaborazione con il settimanale "Amica" su cui terrà una rubrica in cui ragionerà sulle perplessità, sui dubbi di donne di qualsiasi età e condizione affrontando  tematiche spinose quali il divorzio, la libertà sessuale, l'aborto... Fino ad arrivare a riflessioni più generali sulla questione femminile e sul ruolo della donna nella società moderna.
Sulla spinta dal desiderio di aiutare le donne a confrontarsi e a creare una sorta di rete per sostenersi vicendevolmente decide di impegnarsi politicamente come consigliere della Provincia di Milano per un lungo periodo e attraverso l'Unione Femminile nazionale promuove incontri periodici per favorire questo continuo confronto tra le associazioni e i gruppi femminili ai fini della costruzione di una nuova identità e consapevolezza femminile.
Scrive anche numerosi libri come Pelle e cuore del 1980, Figli di mamma del 1981, Voi Uomini del 1985 ed altri. Recentemente mi è capitato di leggere uno di questi libri, che peraltro sono fuori commercio e che sono riuscita a reperire solo in biblioteca: "Figli di mamma".


In questo testo la scrittrice cerca di fare il punto di come si sia evoluto il pensiero femminista dal 1968 agli anni ' 80: dodici anni in cui sono state approvate numerose leggi che, almeno dal punto di vista giuridico hanno cambiato molto il volto della società italiana come, ad esempio, la riforma del diritto di famiglia, la legge sul divorzio e sulla assistenza medica in caso di aborto.
Si tratta di un testo in cui si documenta e analizza come e se sia cambiato il ruolo della donna all'interno del mondo del lavoro, della famiglia, del rapporto di coppia, come riferimento genitoriale sia per i figli maschi sia per le femmine, del rapporto con la propria madre e soprattutto quale sia il rapporto della donna “moderna” con se stessa: una donna che inizia a prendere confidenza con la consapevolezza di avere dei diritti e dei doveri nei confronti della propria mente e del proprio corpo e che nel fare ciò rivoluziona l'immagine femminile delle generazioni precedenti, l'idea di una figura angelica, e quindi asessuata, il cui compito supremo era quello della procreazione e della tutela del focolare.
 Questo scardina tutti i ruoli sociali e costringe a rivedere i modelli tradizionali non avendone, però, nuovi pronti in sostituzione: da qui uno smarrimento generale nel tentativo di conciliare la nuova donna nelle relazioni con le proprie madri, che rappresentavano il passato, i propri mariti, il presente, ed i propri figli, il futuro.
Le donne venivano lasciate sole a rielaborare un nuovo tipo di rapporto con i propri compagni che non accettavano l'eventuale ambizione in campo lavorativo delle mogli, non accettavano l'idea di una donna consapevole del proprio corpo che cercava nel rapporto amoroso non più una sorta di sublimazione e di trascendenza di sé quale contenitore della vita ma una condivisione del piacere e del godimento di un rapporto fisico che per secoli era stato monopolio dell'uomo.
Anche i rapporti con i figli diventavano difficili perchè si tendeva a rifiutare il modello di una mamma-chioccia, protettiva e sempre presente e qui giocavano, e direi, giocano diversi istinti contrastanti : da un lato l'istinto di protezione e cura della prole e il desiderio, leggittimo, di realizzazione e affermazione di sè nel mondo fuori di casa e quindi sensi di colpa, rabbia e rancore che hanno a volte avvelenato i rapporti familiari.
A distanza di quasi trentasei anni ho trovato questo libro piuttosto attuale e soprattutto mi ha spinto a riflettere non solo su quanto ancora oggi la società costuisca delle barriere invisibbili intorno alle donne ma che le stesse donne non abbiano raggiunto una vera e forte consapevolezza di sè e soprattutto l'urgenza di creare quella rete di solidarietà che Anna Del Bo Boffino e tante altre come lei negli anni passati abbiano cercato di promuovere.

mercoledì 9 marzo 2016

2 tappa del SAL

Ed eccoci alla fine della seconda tappa... mentre la terza è già in opera!