lunedì 28 gennaio 2013

27 Gennaio : Giorno della Memoria

Un paio di giorni fa, mentre stavo finendo un lavoro piuttosto noioso, mi è capitato di ascoltare un programma su Rai Radio Tre dedicato al giorno della memoria in cui veniva intervistata Giulia Spizzichino. La Signora Giulia è romana e, a dispetto della voce molto giovanile, durante la seconda guerra mondiale era una ragazzina che ha vissuto la tragedia delle leggi razziali del '39 e la deportazione di parte della sua famiglia nei campi di concentramento e la morte di alcuni altri  suoi parenti alle Fosse Ardeatine.
La sua testimonianza era toccante, come tutte quelle dei sopravvissuti ad un periodo così buio e tremendo della storia contemporanea, e io mi sono commossa in più di un passaggio della sua intervista come quando ha ricordato di un pomeriggio in cui sua madre è andata a prenderla da scuola perchè erano state approvate le leggi razziali e il Preside aveva loro spiegato che lei, Giulia, non poteva più stare con le altre bambine perchè ebrea. 
La famiglia di Giulia si è salvata dalle deportazioni del '43 grazie al fatto che suo padre aveva portato la famiglia via dalla città per nascondersi non avendo creduto alla promessa dei tedeschi che, in cambio di una quantità mostruosa di oro alla comunità ebraica di Roma, avevano assicurato che gli ebrei non sarebbero stati toccati.
Dopo la guerra Giulia non si è arresa e negli anni novanta è andata in Argentina a testimoniare affinchè fosse votata l'estradizione di Priebke: ha assistito al processo e alla condanna dell'ormai anziano nazista.
Quello che mi ha colpito e commosso di più è stata la descrizione che la Signora Giulia ha fatto del suo intervento ad una riunione in Argentina: era quasi reticente a parlare di ciò che aveva veduto e vissuto di fronte alle madri dei desaparecidos perchè il loro dolore era terribile e nel ricordare i racconti delle donne argentine le si è spezzata la voce. 
Ho pensato : che meraviglia quando il dolore non ti rende egoista, non ti impedisce di entrare in empatia con gli altri, non ti toglie la tua umanità...
Immagino un mondo in cui tutte le persone sentano la sofferenza degli altri esseri umani come la propria, in quei campi di concentramento allora e in quelli che ci sono stati dopo in altre guerre, in altri paesi, nel mondo. Non sono morti i genitori, i nonni, i figli di un popolo ma di tutta l'umanità e la sofferenza patita è la sofferenza di tutti così come la responsabilità di non aver voluto vedere, di non aver lottato abbastanza per impedire l'orrore e' la responsabilità di tutti: chissà che in questo modo non si riesca, tutti insieme, ad alzarci in piedi  per respingere le ingiustizie...
  


domenica 20 gennaio 2013

Degas a Torino

Come regalo di Natale, portatomi direttamente dalla crisi, ho ricevuto la sorpresa di dover lavorare a Torino durante la settimana... non il massimo per un'abitudinaria come me, comunque sempre meglio che rimanere senza lavoro !
Così, trolley in spalla, sono partita per l'ignoto! :) Lavorando tutto il giorno e uscendo alle sei e mezzo la sera non sono ancora riuscita a rendermi conto della bellezza di questa città (anche se mi riprometto di farlo a Primavera quando le giornate si allungheranno) ma una cosa l'ho fatta la prima settiamana, chi mi conosce può facilmente immaginarlo: sono andata a vedere la mostra di Degas. Complice anche il fatto che il giovedì la mostra chiude alle 22.30 e che, nonostante non sia vicinissima al luogo di lavoro, ho avuto la possibilità di visitare con calma!
 Il Palazzo promotrice delle Belle Arti, che io non ho potuto vedere alla luce del sole come nella foto, è vicino al Palazzo del Valentino e ospita fino al 27 di gennaio alcuni capovolavori dell'artista francese provenienti dal Museo D'Orsay.
Nelle prime stanze sono esposti alcuni suoi celebri ritratti che mostrano la sua grande capacità di analisi psicologica dei personaggi: come quella del quadro di suo nonno, che trovò rifugio dagli eccessi della rivoluzione francese a Napoli, e che ci mostra un uomo stanco ma forte e determinato a cui il nipote tributerà un omaggio in un altra sua opera...
 ... quella che ritrae la Famiglia Bellelli.

E' la famiglia di sua zia che è in lutto per la morte del padre (nonno Hilaire del quadro precedente) il cui quadro è l'unica nota che spezza la monotonia della tappezzeria azzurra.
L'infelicità coniugale si comprende dalla distanza dei sue adulti, dal viso angosciato di lei, dalla contrapposizione degli spazi in cui sono rappresentati i membri della famiglia. Bellissimi sono i disegni preparatori che riprendono la testa della figlia più piccola e della madre.
La capacità di analisi, l'abilità nel cogliere gli umori e la  vitalità della società contemporanea dell'artista sono evidenti nei quadri delle stanze successive...
 Come nella rappresentazioe de "L'Orchestra dell'Opera" in cui mostra la "buca" dell'orchestra riprendendo il palcoscenico da un'angolazione del tutto nuova (da sotto in su) ed infatti sono visibili solo le gambe e i tutu' delle ballerine: l'attenzione è concetrata sui maestri che stsnno suonando.
Alcuni di questi personaggi sono amici cari all'artista che sono stati ripresi anche in altri quadri, ad esempio il violoncellista Pillet (in basso a sinistra).
Anche le prostitute della Parigi di notte sono protagoniste dei suoi quadri.
 Al mondo del teatro sono dedicate le numerose tele che rittraggono le ballerine: il loro mondo, apparentemente lieto e leggiadro, in relatà cela una forte sofferenze ed uno sforzo notevole...
Ma quello che mi è piaciuto davvero moltissimo, più delle sue tele meravigliose, sono state le sculture in bronzo: una parte della critica sostiene che nascessero dalla necessità di Degas di percepire più profondamente il movimento, la profondità dello spazio che viene occupato dai corpi e che egli riporta nella bidimensionalità di quadro.
La prima scultura esposta, la più grande come dimensioni è "La ballerina di quattordici anni"...

E' straordinaria e sono rimasta parecchio a guardarla: era in una teca e si poteva osservarla da tutti i lati. Le calze stavano scendendo e si riusciva a precepire la tensione dell'arco della schiena.
 
La mostra durerà fino al 27 di gennaio.


domenica 6 gennaio 2013

Castello d'Albertis _ Genova

E' inutile io non riesco a comprendere le persone che si annoiano o non riescono a trovare niente da fare!Quando capita di vivere in una città che, tra le tante cose buone, ha un clima che ti offre giornate come quella dell'altro ieri e hai un paio di nipoti a disposizione, come occupare il tempo è presto detto: portarli a vedere qualcosa di bello!
La scelta è ricaduta su un museo, of course, ma uno un pò speciale che possa coinvolgere anche Francesca che ha cinque anni e un ragazzino come suo fratello che ha bisogno di scaricare tante energie e così siamo andati a visitare un castello: con tanto di leoni all'ingresso...
 o cancellate da scalare...

Si tratta del Castello d'Albertis dal nome del suo fondatore, un capitano di mare, che ha fatto costruire una sorta di casa museo che contenesse tutti i "tesori" da lui raccolti durante i suoi viaggi.
Il palazzo è il risultato di un insieme di stili architettonici in cui prevale lo stile medievale ma che non disdegna dei riferimentii a palazzi fiorentini o castelli valdaostani.

 
 
 
 
 La biblioteca che si apre su di un balcone con una vista sul porto...
  La sala del camino con una cassapanca e due credenze meravigliose...

 Un vestibolo con le maioliche in stile moresco nella parte bassa delle pareti...
 I soffitti a cassettoni.
 E naturalmente un parco in cui combattere epiche battaglie!!!
Buona Befana a tutti!!!!



martedì 1 gennaio 2013

Buon Anno!!!


Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.
Kostantin Kavafis