lunedì 25 febbraio 2013

Pista nera di Antonio Manzini

Anche nella scelta di questo libro galeotta è stata la raccolta di racconti "Capodanno in giallo": è lì che ho incontrato il protagonista di questo romanzo e cioè il vicequestore Rocco Schiavone appena  trasferito ad Aosta a causa di un passato non proprio limpido.
Per lui, romano doc, amante delle clark e di un clima tiepido, l'inverno nevoso e freddo delle montagne della Valle d'Aosta,con pochissime speranze di tornare a lavorare a "casa sua", rappresenta la morte civile e a questo si somma ciò che Schiavone definisce la "madre delle rotture di coglioni"  cioè un indagine per omicidio; infatti un corpo è stato ritrovato sulle piste da sci, maciullato dal passaggio di un cingolato usato per spianare le piste, e perciò irriconoscibile.
Da qui parte l'indagine di una mente acuta dalla logica ferrea e dai metodi non propriamente ortodossi: Rocco Schiavone è l'antitesi, dal punto di vista della correttezza e onestà, di un personaggio come il commissario Montalbano. In lui tutto è oscuro:con i suoi i modi rozzi, decisamente non legali e poi ricercare un modo di guadagnare qualcosa in più dello stipendio di un funzionario di polizia... ma nel dipanarsi dell'indagine che Schiavone conduce con spietata efficenza ecco svelarsi il carattere del nostro antieroe: perchè ci sono delle debolezze, delle sofferenze che lo segnano, che lui si trascina dentro, dei fantasmi da cui non vuole staccarsi... 
Quando scopre il mistero che si cela dietro l'omicidio, la miseria morale che è alla  base dell'efferatezza del gesto ecco allora egli svela una parte di sè meno truce di quanto non potrebbe sembrare e che rendono il personaggio di Manzini "acchiappante" e ti fanno desiderare di leggere ancora e ancora.
Pista Nera
Antonio Manzini
Ed. Sellerio
p.s.
Quanto mi piacciono i libri di questo editore con le copertine blu e la carta color crema!

lunedì 18 febbraio 2013

La casa di ringhiera

Ho scoperto questo autore e i personaggi de  "La casa di ringhiera" in un racconto pubblicato in una raccolta di novlle, sempre edita da Sellerio, "Capodanno in giallo" .
I personaggi erano così carini e il ritmo incalzante e divertente che non ho potuto resistere alla tentazione di correre in libreria e verificare se ci fossero dei romanzi apparteneti allo stesso filone!
Protagonista è la casa di ringhiera situata in uno dei quartieri più tipici di Milano: Casoretto. Qui vivono i personaggi di quello che non può essere definito propriamente un giallo anche se qualche mistero c'è, anzi ce ne sono parecchi che si intracciano e si dipanano sotto gli occhi attenti e stupefatti del lettore che viene risucchiato all'iterno del cortile e assiste, da un punto di vista privilegiato, allo svolgersi degli eventi.
Il personaggio che sembra dare il là all'intera commedia è un tappezziere in pensione, l'Amedeo Consonni, che ha un particolare hobby: quello di raccogliere e catalogare i casi di cronaca nera più famosi e di ragionarci sopra fino ad elabore delle sue teorie in proposito. Si ritiene uno studioso del crimine ma il suo obbiettivo non è quello di mettersi in mostra anzi tiene gelosamente segreta questa sua passione che spesso lo spinge anche sui luoghi del delitto... se non sono troppo lontani da casa!
L'altro suo impegno quasi quotidiano è il  nipotino quattrenne, l'Enrico, che porta a giocare fuori nel parco e al quale compera le merendine di nascosto perchè la figlia nonchè madre del pargolo non vuole.
Intorno al cortile ci sono altre case con altri inquilini: l'ottantenne che ama guidare la sua Opel che tiene come una reliquia, i due quasi adolescenti figli di una famiglia disastrata con un padre alcolizzato, la professoressa cinquantenne amica di Amedeo, la vecchietta curiosa che spia dalla sua finestra l'andirivieni degli altri coinquilini e la giovane coppia rumorosa che si è appena trasferita nel microscopico appartamento limitrofo a quello di Amedo.
Un caso di omicido è avvenuto a Lentate sul Seveso e ha attirato l'attenzione del nostro proprio per le modalità della morte: il cadavere di un pensionato è stato ritrovato nella propria casa nudo e mutilato, lasciato in una strana posizione accovaciata che ricorda quella di una sfinge... molte analogie tra la sua vita e quella di Amedeo spingono quest'ultimo a fare delle ricerche nel paese del delitto ma le sue domande suscitano l'attenzione di qualcuno... Nel frattempo nell'appartamento della giovane coppia che vive accanto all'Amedeo scoppia una lite furibonda dopo la quale un silenzio di "morte", è il caso di dirlo, attira l'attenzione del nostro eroe che non esita ancora una volta a lanciarsi nel mistero di un nuovo possibile caso!
In un turbinio di scene, di personaggi che entrano ed escono come se fossimo in una recita teatrale, travolgono il lettore in una spirale di suspence e ... risate!!!!!
Ma tante risate che ho dovuto sospendere la lettura mentre ero sull'autobus...
La casa di ringhiera
Francesco Recami
Ed. Sellerio.

lunedì 11 febbraio 2013

Nevica, nevica...

 E' arrivata e (purtroppo) passata la tempesta di neve del secolo su Genova!

Come è bella la città coperta di neve: questa mattina con mia sorella Laura siamo andate a fare una passeggiata in centro: parcheggi gratis e praticamente sole!L'atmosfera mi ha ricordato un po' il sampler che ho iniziato quest'anno ma che avevo acquistato a Milano forse due anni or sono...

Sto usando un lino a 12 fili per 10 cm di un colore tra il grigio e l'avio molto bello e facile da ricamare perchè rimane compatto e dà omogeneità al disegno.

domenica 3 febbraio 2013

Lincoln


L'ultimo film di Spielberg si incentra sulla figura di uno dei Presidenti  più carismatici e decisamente fondamentale nella storia degli Stati Uniti d'America: Abramo Lincoln.
 In particolar modo la pellicola analizza i primi giorni del 1865 subito dopo l'elezione di Lincoln al seondo mandato quando la guerra di secessione, pur essendo segnata, ancora infuria.
Il Presidente vuole far approvare il 13° emendamento alla Costituzione: l'abolizione della schiavitù, abolizione che era osteggiata sia dagli stati del Sud i quali basavano la propria economia (principalmente agricola) sull'uso degli schiavi sia da una larga parte della società statunitense che abborriva l'idea di una apertura all'uguaglianza razziale. 
La modifica alla Costituzione (negli Stati Uniti così come nel nostro Paese) richiedeva e richiede una maggioranza particolare al Congresso e cioè non era sufficiente che la maggioranza che sosteneva l'esecutivo la approvasse, era imperativo trovare un sostegno anche nella parte avversa che all'epoca erano i democratici. E' sulla ricerca dei venti voti necessari all'approvazione dell'emendamento e del sostegno pieno e incondizionato della maggioranza che si incentra la storia del film, il cui ritmo serrato è dovuto al fatto che la votazione doveva avvenire prima della stipula di un trattato di pace con gli stati ribelli. Durante la guerra di Secessione il Presidente aveva avocato a sè dei poteri speciali, in virtù della situazione critica in cui versava il Paese dovuta alla guerra civile: lo stato di guerra legittimava la sospensione o quantomeno la riduzione della sovranità dei singoli Stati a favore di una maggiore concentrazione del potere nelle mani del Presidente che è il capo della federazione degli Stati, ed è su questa base giuridica che Lincoln aveva potuto emancipare gli schiavi neri dal loro stato di asservimento, tra l'altro molti di quegli schiavi, così liberati, avevano combattuto per l'Unione. 
Un trattato di pace avrebbe ripristinato la sovranità dei singoli Stati e in quelli in cui la schiavitù era ammessa i neri liberati sarebbero tornati ad essere schiavi perchè la schiavitù non era materia di competenza federale: ecco il motivo di tanta urgenza.
Il film è quindi un film politico, quantomeno per la maggior parte del tempo, la battaglia è politica: trovare i voti a qualsiasi costo! Questo potrebbe far pensare che tutta la trama si basi sul mero calcolo e ciò è vero fino ad un certo punto perchè quando si arriva al momento della votazione, quando il dado deve essere tratto allora lo spettatore viene coinvolto in una spirale di commozione e tensione perchè è della libertà che si sta parlando... della libertà intesa nel senso più primitivo ed essenziale, un valore in senso assoluto.
L'altro aspetto del film che mi è piaciuto e mi ha affascinato è stata la straordinaria capacità interpretativa dell'attore protagonista: Daniel Day Lewis. Potrà sembrare banale dirlo ma è un attore consumato, il personaggio era studiato nei gesti : delle mani, del modo di camminare, di ammiccare e in ciò penso sia merito anche della regia. C'è una scena in cui i Consiglieri e il Segretario di Stato vogliono convincere il Presidente a lasciar perdere questa battaglia per una questione di opportunità politica e lui si oppone fermamente e il no come parola viene dopo il no di tutto il suo corpo...e lo spettatore lo sente, viene investito dall'autorità di quel no!
 
L'altro aspetto che è stato curato è la figura dell'uomo Lincoln della sua persona, della sua sofferenza come padre, come marito: memorabile è una accesa discussione con la moglie (una straordinaria Sally Field) a proposito del desiderio del loro figlio più grande di arruolarsi, ne emerge l'immagine di una persona che, pur ferita nel profondo, non può e non deve cedere.
 Bello.