domenica 24 aprile 2016

William Shakespeare

Il 23 aprile del 1616 muore quello che sarà considerato uno dei più grandi drammaturghi della storia mondiale : William Shakespeare.
Sono passati quattrocento anni e le sue opere continuano ad essere rappresentate e le sue poesie recitate, dalle indagini documentarie svolte dagli storici sembra che la sua vita non sia stata particolarmente movimentata: era un uomo con famiglia che cercava di sbarcare il lunario. Nato nel paese Stratford-upon-Avon intorno al 1564, si sposò con una donna più grande di lui ed ebbe dei figli, una certa parte della sua vita non si conosce e sopra questi anni si sono costruiti misteri su misteri ma, probabilmente, il motivo per cui non si sa nulla è che in quegli anni non ebbe altri figli e non comperò proprietà e quindi il suo nome non comparve sui registri parrocchiali o su atti notarili.
La sua passione per il teatro iniziò anche grazie alle compagnie teatrali che giravano il paese e ad una di queste si unì quando decise di recarsi a Londra per cercare fortuna.
Nel primo periodo in cui visse a Londra si dedicò attivamente al suo ruolo di attore e commediografo e, quando il dilagare della peste costrinse le autorità alla chiusura dei teatri, iniziò a scrivere i suoi famosi sonetti. Nel 1594 l'epidemia finì, i teatri furono riaperti e Shakespeare contribuì a fondare una compagnia teatrale chiamata i Servi del Lord Ciambellano che poi divenne, dopo la morte di Elisabetta I, i Cavalieri del Re.
In quegli anni smise di recitare e si dedicò interamente alla scrittura delle sue opere per le trame delle quali si ispirò ai testi di letterati italiani del rinascimento e a quelli di Boccaccio, ma anche la storia fece da sfondo ad alcune delle sue opere più famose: inizialmente fu la storia inglese, basti pensare alla guerra delle due rose per il Riccardo III e poi anche alla storia dell'antica Roma, ma gli eventi storici furono forse il prestesto per scrivere di passioni e sentimenti universali: chi è che non ha mai pianto per un amore perduto, o non è stato tormentato dalla gelosia? chi non è stato tentato dall'invidia o annichilito dalla paura? Chi non ha vissuto almeno una tempesta o sognato di travestirsi per essere qualcun'altro e sfuggire così ad un destino ineluttabile?
Non saprei dire, onestamente, quale sia la mia opera preferita so che due mi sono particolarmente care: una di queste è l'Amleto, l'avrò letto un numero infinito di volte e con youtube mi sono divertita a vederne le interpretazioni di Laurence Olivier, di Kenneth Branagh o di Mel Gibson. Il tormento del dubbio è affascinante e macabro e poi ogni volta che risento il monologo "essere o non essere..." riscopro dei significati sempre nuovi e il senso si approfondisce con il passare degli anni perchè le parole sono sempre le stesse ma le sfaccettature, alle orecchie di chi le ascolta, mutano perchè muta l'età, l'esperienza e la maturità e così lo stesso dramma si evolve e rimane sempre attuale.
L'altra opera che mi affascina forse perchè la prima volta l'ho vista a teatro interpretata da un grandissimo Gabriele Lavia, è il Riccardo III che mi dà i brividi solo con l'attacco iniziale : "Ora l'inverno del nostro scontento e' reso estate gloriosa da questo sole di York..."
Ricordo di averla vista un'estate nel teatro antico di Taormina: Lavia interpretava Riccardo III solo che si era infortunato la sera prima sul palcoscenico e così aveva una stampella e non portava il costume di scena ma una semplice calzamaglia nera con una maglietta dello stesso colore. Dopo le battute iniziali quella stampella non si notava più perchè semplicemente faceva parte del scena, era una estensione del braccio dell'attore. L'atmosfera era cupa e i protagonisti erano l'ambizione, l'invidia, l'astuzia che attiravano, avvolgendolo, lo spettatore fino alla fine quando non c'è più scampo e la morte pone fine alle ingiustizie ...quasi tre ore dopo!

1 commento:

Ricamo a Doppio Filo ha detto...

Interessantissimo ! Grazie!
Naty