domenica 26 giugno 2011

La giustizia è una cosa seria...

Un paio di settimane fà ho terminato di leggere un libro "rivelatore" di mondi paralleli.
Galeotta, come spesso avviene per le mie letture, è stata l'intervista di Fabio Fazio ad uno degli autori di questo testo: Nicola Gratteri che è Procuratore aggiunto alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Insieme a Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali e considerato uno dei massimi esperti di 'ndrangheta al mondo, ha scritto un libro "La giustizia è una cosa seria" in cui, sotto forma di intervista, affronta uno dei temi più attuali e scottanti della nostra società : l'amministrazione della giustizia e il rapporto di questa nella lotta contro la criminalità mafiosa.
Di fronte a sbandierate riforme del sistema giudiziario, a prospetive di epocali innovazioni che garantiscano una maggiore efficienza della giustizia egli, nel primo capitolo, con toni fermi ma non urlati affronta il discorso da un punto di vista diverso rispetto agli attuali legislatori anche se non con intento polemico. La macchina della giustizia per essere efficace non ha bisogno solamente di riforme ma di risorse, cioè và fatta funzionare investendo risorse umane e tecnologiche: ha senso nel 2011 che le notifiche vengano consegnate a mano dagli ufficiali giudiziari quando sarebbe più veloce ed economica la posta certificata, che peraltro è uno strumento che esiste?
E' possibile che in Procure come quelle della Calabria e della Sicilia vi sia una perenne mancanza di organico
sia per quanto riguarda il numero dei magistrati, sia per il personale amministrativo visto che sono anni che non viene indetto un concorso per assumere dei cancellieri?
Questa conversazione si snoda, nei vari capitoli, nella descrizione della composizione della 'ndrangheta che è diversa da "cosa nostra", nella pervasività di questo fenomeno nelle regioni del nord come hanno dimostrato le ultime operazioni giudiziarie come "Crimine", nel suo legame con la politica e con il mondo della droga: le mafie hanno come obiettivo principe quello di fare soldi e perciò si trovano loro interessi in qualsivoglia attività lecita, visto che debbono riciclare il denaro sporco.
Ed è questo aspetto che rende tutto questo terrificante, il fatto che il mondo mafioso nelle sue innumerevoli sfaccettature sia così intrecciato alla realtà quotidiana dell'intera società in modo che non riusciamo neanche ad immaginare, perchè non si tratta di fenomeni limitati ad una certa area geografica o ad una "tipologia umana" particolare, come piace pensare ad alcuni,  spesso queste organizzazioni sono legate alla politica, alla gestione della cosa pubblica, all'economia.
Così siamo noi gente "comune" che viviamo nella realtà quotidiana arrabbattandoci per mettere insieme gli impegni, correre al lavoro, passare dalla lavanderia, cucinare... siamo noi che viviamo in un mondo parallelo, come Alice nel Paese delle Meraviglie! Mentre accanto a noi si verificano cose e fatti di cui ben poco riusciamo a comprendere se non raramente attraverso la cronaca nera dei quotidiani o quando usciamo da un certo torpore perchè magari vengono uccise persone importanti o compiute delle stragi.
Da questo punto di  vista il libro di Gratteri è un pugno nello stomaco non concede illusioni mostra la realtà però non è disfattista e così conclude :
" La giustizia è una cosa seria. Come la lotta alle mafie. Ed entrambe vanno affrontate in modo serio... serve un sistema di norme che faccia la differenza e che finalmene faccia pendere a favore della legalità e dei diritti la bilancia della giustizia. La lotta alle mafie deve andare molto oltre i desideri e le speranze. Non mi sfugge la bellezza del sogno; è però necessario creare le condizioni perchè i sogni possano realizzarsi..." .



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