venerdì 8 marzo 2013

8 Marzo Rita Levi Montalcini

 
Ultimamente, lavorando alcuni giorni in trasferta, la sera non posso vedere la tv e così ho riscoperto la radio: i miei programmi preferiti sono rai radio  tre e radio classica... va bè, sono la solita noiosa pseudo-intellettuale, comunque la premessa è per dire che qualche settimana fa mi è capitato di ascoltare un programma dedicato alla figura di una grandissima scienziata e di una interessante donna: Rita Levi- Montalcini.
Nel programma "Il Teatro in diretta", grazie alla voce di Anna Bonaiuti, la vita della famosa scienziata era narrata attraverso la lettura di un testo teatrale in cui si mescolavano brani delle numerose lettere scritte dalla Montalcini alla sorella e alla madre durante i suoi viaggi e la sua permanenza all'estero per lavoro e brani tratti dalla sua biografia.
Da questa lettura emergeva il carattere di una donna arguta, interessata e interessante, con gli occhi aperti sul mondo che la circondava, che analizzava in maniera critica con la stessa logica e lucidità con cui conduceva i suoi esperimenti, una donna che amava la musica di Bach, Beethoven, Mozart.
Una persona curiosa, quindi, curiosa della vita e di conoscere i meccanismi della neuroscienza così come degli esseri umani perchè, almeno questo mi è parso di capire, non si chiudeva nel suo laboratorio per estraniarsi dal mondo (come nell'immaginario colletivo si idealizza la figura di uno scienziato) tutt'altro, non perdeva di vista mai il fattore umano perchè era quello che l'affascinava di più come scrive anche in suo libro "Abbi il coraggio di conoscere" quando a proposito del rapporto tra la scienza e le sue scoperte e l'uomo afferma che : " il valore da salvaguardare è soprattutto l'uomo, la sua dignità e libertà, e di conseguenza la possibilità di un futuro scientifico al servizio di questa stessa dignità e libertà... La scienza è per l'uomo e non viceversa".
Nata a Torino nel 1909 da una famiglia molto unita, visse una infanzia serenza e seguì gli studi di medicina laureandosi nel 1932. Essendo la sua famiglia ebraica ebbe, con l'avvento del fascismo e con le leggi razziali del '39, molte difficoltà e fu costretta a emigrare in Belgio città in cui portò avanti i suoi studi specialistici in psichiatria e neurologia. A causa dell'invasione del Belgio tornò in Italia e iniziò i suoi esperimenti in un laboratorio costruito in casa sua. Durante la guerra con la sua famiglia si rifugiò presso degli amici a Firenze ed entrò come medico nelle forze alleate.
Dopo la guerra tornò dalla famiglia a Torino dove riprese gli studi accademici e allestì un laboratorio casalingo : se i suoi primi studi (degli anni della guerra) erano stati dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati, con il maestro Giuseppe Levi iniziò a fare ricerca sugli embrioni di pollo attraverso i quali approfondì le ricerche sulle correlazioni nello sviluppo tra le varie parti del sistema nervoso e allo sviluppo dei neuroni isolati da vari elementi del tessuto cerebrale dell'embrione giungendo a diversi risultati pubblicati su riviste scientifiche internazionali.
Alla fine degli anni quaranta si recò negli Stati Uniti con il proposito di rimanervi pochi mesi, su invito del biologo V. Hamburg, e vi restò per i successivi trent'anni. Fu lì che continuando i suoi esperimenti in vitro scoprì il fattore di crescita nervoso, una proteina che ha un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Nel tempo, insiemo ad un suo allievo il biochimico Stanley Cohen, giunse all'isolamento di una molecola proteica tumorale che le permise di chiarire i meccanismi di crescita e differenziazione cellulare la c.d. NGF (nerve growth factor), il cui studio ha permesso la comprensione dello sviluppo e differenziamento di determinati neuroni del sistema periferico e del cervello. Questa scoperta è stata la base della comprensione della crescita delle cellule e organi e quindi significativa nello studio del cancro e di malattie come il Parkinson e l'Alzheimer. A seguito di queste scoperte le fu assegnato il Nobel nel 1986.
Ci vorrebbero intere enciclopedie per riportare tutte le innumerevoli cose che ha compiuto: le ricerche, gli studi come membro delle maggiori accademie scientifiche internazionali, il suo ruolo nel mondo politico come Senatrice a vita. Negli anni istituì in memoria del padre, con la sorella gemella Paola, la Fondazione Levi-Montalcini, rivolta alla formazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio universitarie a giovani studentesse africane (progetto "Un convitto per le ragazze Tuareg"), con l'obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgessero un ruolo da leader nella vita scientifica e sociale del proprio paese.
Alla trasmissione in sua memoria, che citavo all'inizio del post, ha partecipato anche una grandissima poetessa Maria Luisa Spaziani che aveva conosciuto la Montalcini quando quest'ultima era ormai anziana e che aveva trovato nei versi della scrittrice un "sunto" dello spirito che l'aveva guidata per tutta la sua vita:
  L’indifferenza è inferno senza fiamme.
Ricordalo, scegliendo tra mille tinte il tuo fatale grigio;
se il mondo è senza senso, solo tua è la colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.

 Buon 8 Marzo a tutte!

2 commenti:

Miriam ha detto...

Grazie per questo bel racconto e auguri anche a te!
Buon fine settimana,
Miriam

Loredana ha detto...

Ciao Mery, in realtà sto ricamando pochissimo in questo periodo :-(
Un bacio e buona serata,