domenica 10 novembre 2013

Argento vivo di Marco Malvaldi

"Argento vivo" è l'ultimo libro di quel geniaccio di Marco Malvaldi autore, tra l'altro, della serie di gialli ambientata al Bar Lume che ho amato fin dall'inizio e che presto sarà portata sul piccolo schermo da Filippo Timi.
Quest'ultima fatica letteraria ha per protagonisti una serie di personaggi che entrano ed escono dalla scena come se fossero su di un palcoscenico con un ritmo che rende la lettura scorrevole e gli avvenimenti incalzanti.
La trama è quella di un poliziesco: Guido, uno scrittore di successo in procinto di pubblicare il suo ultimo romanzo, e la moglie Paola decidono di concedersi un week-end fuori casa per rilassarsi un poco; una improbabile banda Bassotti deruberà la loro casa portando via, inconsapevolmente, anche l'unica copia del romanzo di Guido salvato su di un computer portatile che però sarà abbandonato dal più giovane e sprovveduto dei ladri nell'auto rubata usata per il furto di proprietà di un giovane informatico: Leonardo.
Quest'ultimo è geniale nel suo lavoro ma non troppo apprezzato dal suo capo e soprattutto è un instancabile lettore che commenta le sue letture, anonimamente, su di un blog. Quale non sarà il suo stupore quando rinverrà nella sua auto, nel frattempo recuperata dalla polizia, il computer di Guido e nel leggerne il contenuto riuscirà ad individuarne l'autore! Ignorando i suggerimenti della moglie Letizia deciderà di restituire l'opera al suo lettimo proprietario in maniera più o meno anonima; l'incontro tra i due sarà rivelatore per entrambi: per Guido perchè troverà in Leonardo un attento editor che lo stimolerà con le sue considerazioni a ritrovare il coraggio di rimettersi in gioco, di affrontare se stesso e di esprimere questa nuova consapevolezza attraverso il suo lavoro.
Sono rimasta particolamente colpita da questo aspetto del romanzo perchè erano riportate le stesse considerazioni che avevo sentito durante un recente festival letterario: in particolar modo sul lavoro di uno scrittore, sul suo rapporto che dovrebbe essere diretto e costruttivo con i propri lettori, sul ruolo di una casa editrice nel curare un'opera letteraria che non è solamente una possibile fonte di guadagno ma l'espressione della creatività e dell'esperienza di uno scrittore e che riveste una fondamentale importanza nella consapevolezza di chi scrive ma anche di chi legge. Esistono delle regole rigorose nell'uso della lingua scritta che debbono essere rispettate perchè le parole hanno un loro peso specifico, naturalmente in Malvaldi questo richiamo all'etica e ad una generale onestà intellettuale è riportata in  un contesto divertente e divertito, così come divertente è la lezione sul valore della punteggiatura:
<<...i segni della punteggiatura non servono solo a dare ritmo alla frase, i segni della punteggiatura sono veri e propri o-pe-ra-to-ri lo-gi-ci. usarli in modo sciatto può letteralmente travisare il significato di quello che pensiamo. Se io dico di una persona " E' juventino. E' una persona di cui non fidarsi" sto dando due informazioni separate, messe in relazione solo dal fatto che mi riferisco alla stessa persona. Se dico "E' juventino; è una persona di cui non fidarsi" è chiaro che le due cose sono in relazione, ma non è chiaro in che relazione stiano... se io invece dico "E' juventino: è una persona di cui non fidarsi" il mio giudizio è chiaro: quella persona è infida in quanto juventina, e stop...>>.

Argento vivo
M. Malavaldi
Sellerio editore Palermo

1 commento:

Miriam ha detto...

Ciao,
non ho ancora letto nulla di questo bravissimo scrittore, pur avendone sentito parlare molto!
Devo proprio rimediare!
Buon pomeriggio,
Miriam