sabato 12 marzo 2016

8 Marzo - Anna Del Bo Boffino

 L'otto marzo del 1925 nasceva a Milano Anna Del Bo Boffino, figlia di una famiglia modesta, si dedicherà agli studi classici laureandosi in filosofia con Antonio Banfi.
Dopo il periodo della guerra in cui aiuterà i partigiani come "postino" recapitando messaggi e volantini nel 1949 sposerà Giuseppe del Bo, dirigente editoriale della Feltrinelli e insieme a lui si recherà, nei primi anni cinquanta, a Parigi, centro di una attivissima vita intellettuale in cui si muovono figure come Sartre, Simone De Beavoir, Cocteau. In quel periodo inizierà a lavorare come corrispondente dell'Unità per la pagina della donna.
Tornata in patria svolgerà vari ruoli: presso l'ufficio stampa della Feltrinelli, come redattrice del mensile "Abitare" ma sarà la collaborazione con Elio Vittorini a spingerla ad affrontare dei temi quali le emozioni, i sentimenti, il mondo del quotidiano che la spingeranno ad interessersi in maniera rigorosa e quasi scientifica ad un ambito che la coinvolgerà pienamente per il resto della sua vita.
Nel 1968, nella redazione di un mensile dedicato ai genitori, Anna si dedicherà al compito di scrivere di sessualità in relazione alle giovani coppie ed ai rapporti tra genitori e figli impegno che porterà avanti nella sua collaborazione con il settimanale "Amica" su cui terrà una rubrica in cui ragionerà sulle perplessità, sui dubbi di donne di qualsiasi età e condizione affrontando  tematiche spinose quali il divorzio, la libertà sessuale, l'aborto... Fino ad arrivare a riflessioni più generali sulla questione femminile e sul ruolo della donna nella società moderna.
Sulla spinta dal desiderio di aiutare le donne a confrontarsi e a creare una sorta di rete per sostenersi vicendevolmente decide di impegnarsi politicamente come consigliere della Provincia di Milano per un lungo periodo e attraverso l'Unione Femminile nazionale promuove incontri periodici per favorire questo continuo confronto tra le associazioni e i gruppi femminili ai fini della costruzione di una nuova identità e consapevolezza femminile.
Scrive anche numerosi libri come Pelle e cuore del 1980, Figli di mamma del 1981, Voi Uomini del 1985 ed altri. Recentemente mi è capitato di leggere uno di questi libri, che peraltro sono fuori commercio e che sono riuscita a reperire solo in biblioteca: "Figli di mamma".


In questo testo la scrittrice cerca di fare il punto di come si sia evoluto il pensiero femminista dal 1968 agli anni ' 80: dodici anni in cui sono state approvate numerose leggi che, almeno dal punto di vista giuridico hanno cambiato molto il volto della società italiana come, ad esempio, la riforma del diritto di famiglia, la legge sul divorzio e sulla assistenza medica in caso di aborto.
Si tratta di un testo in cui si documenta e analizza come e se sia cambiato il ruolo della donna all'interno del mondo del lavoro, della famiglia, del rapporto di coppia, come riferimento genitoriale sia per i figli maschi sia per le femmine, del rapporto con la propria madre e soprattutto quale sia il rapporto della donna “moderna” con se stessa: una donna che inizia a prendere confidenza con la consapevolezza di avere dei diritti e dei doveri nei confronti della propria mente e del proprio corpo e che nel fare ciò rivoluziona l'immagine femminile delle generazioni precedenti, l'idea di una figura angelica, e quindi asessuata, il cui compito supremo era quello della procreazione e della tutela del focolare.
 Questo scardina tutti i ruoli sociali e costringe a rivedere i modelli tradizionali non avendone, però, nuovi pronti in sostituzione: da qui uno smarrimento generale nel tentativo di conciliare la nuova donna nelle relazioni con le proprie madri, che rappresentavano il passato, i propri mariti, il presente, ed i propri figli, il futuro.
Le donne venivano lasciate sole a rielaborare un nuovo tipo di rapporto con i propri compagni che non accettavano l'eventuale ambizione in campo lavorativo delle mogli, non accettavano l'idea di una donna consapevole del proprio corpo che cercava nel rapporto amoroso non più una sorta di sublimazione e di trascendenza di sé quale contenitore della vita ma una condivisione del piacere e del godimento di un rapporto fisico che per secoli era stato monopolio dell'uomo.
Anche i rapporti con i figli diventavano difficili perchè si tendeva a rifiutare il modello di una mamma-chioccia, protettiva e sempre presente e qui giocavano, e direi, giocano diversi istinti contrastanti : da un lato l'istinto di protezione e cura della prole e il desiderio, leggittimo, di realizzazione e affermazione di sè nel mondo fuori di casa e quindi sensi di colpa, rabbia e rancore che hanno a volte avvelenato i rapporti familiari.
A distanza di quasi trentasei anni ho trovato questo libro piuttosto attuale e soprattutto mi ha spinto a riflettere non solo su quanto ancora oggi la società costuisca delle barriere invisibbili intorno alle donne ma che le stesse donne non abbiano raggiunto una vera e forte consapevolezza di sè e soprattutto l'urgenza di creare quella rete di solidarietà che Anna Del Bo Boffino e tante altre come lei negli anni passati abbiano cercato di promuovere.

1 commento:

carmen ha detto...

Ricordo Anna del Bo Boffino quando scriveva su Amica, cercherò il libro in biblioteca, grazie!
Buona serata
Carmen